La forma del diaframma
Un altro aspetto che può contribuire alla qualità dello sfocato è la forma del diaframma e
il numero di lamelle che lo compongono. Un numero di lamelle alto (ad esempio 9 o più)
contribuirà a un foro quasi rotondo, il che determinerà uno sfocato più piacevole.
Non solo, negli obiettivi di qualità queste lamelle sono arrotondate e quindi si ha
praticamente un diaframma circolare che crea appunto un’apertura circolare con effetto
soft–focus (o fuori fuoco) migliore.
Ci sono vecchi obiettivi manuali (nei quali cioè si deve chiudere manualmente il
diaframma al momento dello scatto) ad esempio sovietici, con diaframmi anche di venti
lamelle, il che produce, nella pratica, un foro circolare.
A livello di critica fotografica
si può parlare di un bokeh ‘burroso’ (cioè uno sfocato omogeneo e fuso come il burro),
‘setoso’ (cioè liscio e morbido come la seta) oppure ‘nervoso’ (quindi disomogeneo, meno fuso).
Naturalmente può incidere anche la qualità dei singoli obiettivi i quali hanno ciascuno
caratteristiche particolari a questo riguardo, ma in generale se si osservano le poche
regole che abbiamo descritto i risultati potranno essere molto interessanti.